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Maurizio Pollini (Milano, 5 gennaio 1942) è un pianista italiano.
Figlio dell'architetto razionalista Gino Pollini e della musicista Renata Melotti (sorella dello scultore Fausto Melotti), ha iniziato lo studio del pianoforte con Carlo Lonati, e ha proseguito gli studi fra i 13 e i 18 anni con Carlo Vidusso. Diplomatosi al Conservatorio di Milano, ha vinto nel 1960 il Concorso Chopin a Varsavia[1]. In quell'occasione Arthur Rubinstein, dopo aver ascoltato Pollini disse: "Questo giovane suona meglio di tutti noi"[2]e affermò che la sua maturità tecnica e interpretativa era "di gran lunga superiore a quella di tutti gli altri concorrenti".[3] Sin dalla metà degli anni sessanta ha incominciato a suonare in pubblico, cimentandosi con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Ha debuttato negli Stati Uniti nel 1968 ed ha compiuto la prima tournée in Giappone nel 1974.
L'appartenenza ad una famiglia della borghesia illuminata milanese ha influito sulla sua vasta formazione extra-musicale (Pollini può essere considerato un intellettuale a tutto tondo) e sulla scelta di impegnarsi, in varie occasioni, anche in campo politico e sociale.
Repertorio e tecnica pianistica [modifica]
Considerato uno dei più grandi pianisti della nostra epoca, è particolarmente famoso per le sue interpretazioni di Beethoven, Schubert, Chopin, Schoenberg, e Webern. Ha frequentato spesso anche compositori del periodo classico, come Wolfgang Amadeus Mozart, romantico e tardo-romantico, in particolare Schumann, Liszt e Brahms.
Si è spesso cimentato nell'esecuzione di opere di autori moderni come Pierre Boulez, Luigi Nono e Karlheinz Stockhausen, e importanti composizioni di musica moderna sono state scritte espressamente per lui; fra le più note si possono ricordare ...Sofferte onde serene... di Nono, Masse: omaggio a Edgard Varèse di Giacomo Manzoni e la quinta sonata di Salvatore Sciarrino.
Pollini è noto per la sua tecnica sopraffina e l'assoluta padronanza dello strumento. Nellarco della sua carriera, ha concentrato lattenzione sulla limpidezza e la perfezione della qualità del suono, e ha effettuato una profonda ricerca sui dettagli interpretativi, anche minimi, dei compositori che ha affrontato.
In alcune occasioni, gli è stata rimproverata una certa freddezza nell'interpretazione (dovuta probabilmente al puntiglioso lavoro sulla tecnica), ma le esecuzioni degli anni più recenti hanno mostrato una sempre più convincente forza espressiva. Negli anni ottanta ha debuttato come direttore d'orchestra per la realizzazione di una delle prime incisioni discografiche moderne dell'opera La donna del lago di Gioacchino Rossini nell'ambito delle manifestazioni rossiniane della città di Pesaro.[3]
Nel Teatro alla Scala di